Scuole diverse, classi diverse… analoga situazione!

studenti in classe

Due docenti di scuola secondaria di primo grado si trovano ad affrontare una situazione analoga che li porta a riflettere sui problemi dei preadolescenti con le regole, il loro aspetto fisico, le relazioni con i compagni di classe. 

Scuole diverse, classi diverse … analoga situazione!

Quando i ragazzi non vogliono farsi vedere a video

Valeria Ranzi
Scuola: I.C. Giacosa, Milano
Classe 3° Secondaria di primo grado

Sono un’insegnante di matematica e scienze e da fine febbraio, come tutti, faccio didattica a distanza. Durante le video lezioni uno dei problemi che ho incontrato in una terza media è stato che molti ragazzi (all’inizio praticamente tutti) non accendevano la telecamera, neanche dopo che io chiedevo loro di accenderla, mossa soprattutto dal desiderio sincero di rivederli. 

Una volta è capitato che un ragazzo dopo un po’ di battute volte a cercare di convincerlo a mostrarsi, decidesse di accendere finalmente il video. Ebbene, abbiamo visto che lui era a letto, con ancora buio nella stanza!! (erano le 9 del mattino). Abbiamo poi stabilito insieme che prima di connettersi è bene alzarsi e avere almeno un foglio e una penna davanti (per come è organizzata la nostra scuola purtroppo i ragazzi hanno lasciato libri e quaderni a scuola…). 

Ho così deciso che per cercare di portarli ad accendere i video dovevo motivarli a farlo, non bastavano le mie richieste; volevo evitare che qualcuno connettesse il device e poi se ne andasse a far altro, come è capitato, ma soprattutto volevo avere davanti delle facce e non degli schermi neri, per mantenere quel filo di relazione emotiva che ci lega, che è quasi impossibile portare avanti senza neanche il contatto visivo. Ho così preparato una griglia in cui ho posto 6 parametri per me importanti nella valutazione di questo periodo di scuola a distanza e ho chiesto che loro si auto valutassero. Ecco i parametri che ho scelto: impegno dimostrato, partecipazione, disponibilità a collaborare, puntualità della connessione, svolgimento attività proposte, creatività. Questo ha fatto sì che la situazione migliorasse un po’, anche se i primi minuti sono  sempre dedicati a fare in modo che si mostrino, ogni mattina si ricomincia, ma da quando ho introdotto la griglia va un po’ meglio. 

Le difficoltà rimangono ancora oggi tantissime, da quelle insormontabili di natura tecnica (connessioni instabili, giga finiti, device inadeguati) ad altre, più complesse, che riguardano invece la motivazione, la partecipazione e lo studio, per gli stessi ragazzi con cui già prima era molto difficile lavorare e che non possono contare sul sostegno della famiglia. 

La cosa che più mi ha turbato è stata ricevere un messaggino da una ragazza molto matura e in gamba in cui motivava il fatto che non accendeva mai la web cam. “….prof, non ce la faccio, non mi piaccio, se avessi avuto la possibilità di venire a scuola in maschera lo avrei fatto e visto che ora ho la possibilità di nascondere, nelle video lezioni, il mostro che vedevate ogni giorno a scuola, lo faccio mi nascondo. …..“. 

Allora capisci che non lo puoi imporre, che la fragilità dei loro 13 anni è esplosa dopo 40 giorni di lockdown e che va bene un discorso generale, ma poi per ognuno va ricercata una chiave per entrare in contatto, anche se davanti a uno schermo è maledettamente difficile.

Oggi posso concludere che la ragazza del messaggio che si voleva nascondere ora si mostra! Abbiamo avuto una fitta corrispondenza e ha funzionato, sono orgogliosa.


Monica Zanon
Scuola: I.C. Cervi, Limbiate (MB)
classe 3° Classe 3° Secondaria di promo grado

Durante la lezione M. si presenta con il cappello in testa, è insolito e un po’ strano rimanere in casa con il cappello di lana, perciò ne chiediamo la ragione e aggiungiamo che forse sarebbe stato opportuno toglierlo, come farebbe se fosse in classe…

M., dopo alcuni tentennamenti e perplessità, ci confessa che il papà gli ha tagliato i capelli troppo corti e lui non si piace affatto ed era questa la ragione per cui preferiva tenere il cappello…

Io e la mia collega, a quel punto, non abbiamo più osato insistere, anzi abbiamo sorriso dicendo che i capelli sarebbero cresciuti presto e che comunque era bello lo stesso!

Dopo Pasqua è tornato senza cappello!!!

Questo fatto, un po’ banale se vuoi, ci ha fatto molto riflettere…

A distanza, quello che arriva prima di ogni cosa è il viso…e a volte, un brufolo, un capello fuori posto, una faccia un po’ assonnata…sono piccole tragedie quotidiane da superare … e spegnere la telecamera è un modo per comunicarci di non volere mostrare queste fragilità…

Stiamo entrando nelle loro case, nelle loro vite, nell’intimità delle loro camerette… e dobbiamo avere l’accortezza di farlo in punta di piedi… 

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