Basta un’incursione nella lezione di un collega perché una docente che rifuggiva la didattica a distanza comprenda la necessità di stare insieme ai ragazzi per non lasciarli da soli in questo momento delicato.
Leggi la testimonianza di Paola Martino.
Grazie prof. Martino, la sua testimonianza fotografa appieno le difficoltà e le reticenze dei docenti che hanno affrontato con coraggio questa situazione di emergenza.
Io sono una docente in pensione dallo scorso settembre, e mi sono subito considerata fortunata a non dover armeggiare con queste nuove, inesplorate tecnologie, per ristabilire un rapporto didattico ed “umano” con i miei alunni. E dico “umano” cioè intriso di relazioni interpersonali, emozioni, riflessioni, perplessità, curiosità, affetti, paure, dubbi e chi più ne ha più ne metta. Pensavo che l’uso tecnologico di questi mezzi potesse limitare, porre confini tra il reale e il virtuale e metterci tutti in una condizione di estraneità.
Lei ha confermato l’inverso, cioè che la scuola con la sua Dad ha continuato a valorizzare il patrimonio umano, individuale e collettivo, che le è stato storicamente affidato, attraverso la sensibilità di alunni e insegnanti come lei. Complimenti!