Valeria Vismara
Scuola: Infanzia Andersen – Vimercate (Mb)
Sezione mista (3-5 anni)
Riflessioni sulla collaborazione con i colleghi
L’emergenza porta a priore il confronto tra i colleghi dell’infanzia anche a quelli della scuola primaria che per ora hanno solo chiesto il link Gli sguardi sono diversi inizialmente, ma poi si incomincia a collaborare in maniera efficace e positiva. In molte altre scuole probabilmente è avvenuta la stessa cosa, noi ve lo raccontiamo
6 marzo 2020
La formazione di oggi, con i colleghi tutor, mi ha aperto un mondo. Mentre Laura parla e ci racconta degli strumenti utilizzabili per la didattica a distanza, provo ad aprire sites google e learning apps. Forse ce la posso fare anche io, che sono tecnologica ma poco propensa a studiare siti e applicazioni. Per me devono essere intuitivi oppure perdo la pazienza! La mia collega di sempre, Luciana, mi manda spesso link e consigli, ma mi impigrisco all’idea di provare. Sono più pratica, più da esperienza concreta. Che poi chi lo dice che questo mondo non fornisca opportunità concrete?
Creo una pagina, una piattaforma, una bacheca … uno spazio insomma dove carico dei primi contenuti, per provare. Invento dei giochi tipo memory o puzzle usando la foto della scuola. Mi rendo conto che è fattibile e mi entusiasmo. Poi contatto la mia dirigente al telefono e le chiedo se posso provare a sperimentare, condividendo con le colleghe della scuola. Poi penso che molte docenti non hanno, come me, dimestichezza con le piattaforme, e forse posso creare un piccolo gruppo allargato che, insieme, ragioni sui contenuti e gestisca uno spazio per le tre scuole dell’infanzia del nostro istituto. La dirigente vede il lavoro e si dimostra molto interessata perché aveva capito che, per il nostro grado scolastico, la didattica a distanza non è attuabile. Il suo appoggio è decisivo. Meditando bene sul senso della proposta, sulle parole per condividere con le colleghe e sugli obiettivi che ci prefiggiamo di raggiungere, lo strumento, è possibile, è sperimentabile.
Condivido con le colleghe: inizio dalla coordinatrice e dalle docenti con le quali so di “parlare una lingua comune”. Per loro è fattibile, si può sperimentare! Lo scoglio sono le colleghe che di solito non usano la tecnologia, se non perché proprio si deve. Le critiche sono infatti accese, i punti di vista differenti. Le posizioni ed il pensiero di base sono diverse, abbiamo presupposti, esperienze lavorative, cornici, teorie che ci permettono di dire la nostra sulla questione. In realtà trovo questo confronto sano e necessario. Una docente esplicita chiaramente il suo pensiero affermando che la scuola dell’infanzia è, un luogo educativo e di apprendimento…dove i bambini VIVONO la loro crescita in un contesto di RELAZIONE. Fuori dalla scuola le stesse attività possono risultare piacevoli…. ma il rischio è quello di perdere il senso della relazione e del nostro modo di lavorare.
Alla luce di ciò, se con la didattica virtuale il nostro scopo è quello di offrire attività attraverso uno schermo per impegnare il tempo dei bambini a casa, la collega si dichiara sfavorevole all’attivazione. Le famiglie che utilizzano le tecnologie sanno dove trovare storie, giochi, disegni da colorare. Come non darle ragione? La collega esprime comunque la necessità di lasciare libere le famiglie di scegliere, anche per quei bambini che non hanno la possibilità di usufruire di pc e connessione.
Un’altra collega suggerisce di mandare un messaggio di saluto a genitori e bambini, per creare un collegamento. Questa è una modalità che si sta attivando in molte scuole. Qualcuna propone di non fare nulla, perché la didattica alla scuola dell’infanzia è necessariamente in presenza. Alcune colleghe invece chiedono la possibilità di condividere attività che avrebbero fatto nella loro classe e che, per ora, non è possibile proporre. Cerco di spiegare che, essendo una piattaforma che abbraccia tre scuole, che propone a bambini con storie e vissuti diversi, deve essere aperta, con affondi a quanto stavamo facendo in classe, ma senza suddividere in “orticelli” e gruppi bravi o meno bravi a seconda di quanto si produce e condivide. Nella mia idea, la proposta è, una forma di cura, di attenzione, per arrivare al più alto numero di bambini possibile. Il problema ed il pensiero è rivolo sempre per i bambini che hanno meno possibilità.
Un’altra docente, con una formazione psicologica, propone di usare lo spazio per raccontare e narrare storie che aiutino i bambini a rielaborare la paura per il corona virus (io su questo aspetto non sono molto d’accordo perché vorrei tenere lo spazio bacheca come una possibilità di pensare, ma anche di creare un collegamento di altra natura, che permetta di evadere e trovare normalità nella situazione in cui siamo). Sicuramente questo pensiero va fatto in previsione del rientro a scuola. Servirà capire cosa sanno i bambini, come hanno vissuto questo periodo a casa e come hanno visto reagire mamma e papà alla preoccupazione.
Hanno tutte ragione e le loro ragioni, ma io resto sempre male. Vorrei sperimentare e “vorrei fare”, mi sento imbrigliata. Resto male, primariamente perché ho esplicitato le finalità della proposta, ma forse non sono state considerate, forse non sono stata in grado di chiarire bene il senso, o come spesso accade, si parte con il ragionamento senza avere ascoltato e condiviso. Secondariamente mi dispiace perché ho offerto un tentativo di raggiungere i bambini e ho trovato un muro, di primo acchito.
7 marzo 2020
Oggi sono sorpresa e molto contenta! Le colleghe si stanno aprendo alla possibilità della didattica a distanza, che più che didattica è un filo rosso, lanciato nell’aria, nella speranza che venga raccolto dalle famiglie. Forse hanno avuto tempo di vedere meglio la pagina e hanno capito la mia idea. Vorremmo caricare alcuni contributi e usare le competenze di tutte, mettendoci a disposizione per raggiungere i bambini.
L’idea è di fare rete, come possiamo, fra le tre scuole e oltre. I contenuti dovrebbero essere questi:
- Presentazioni ppt con il racconto di storie (autoprodotte da noi docenti);
- Bibliografia di storie e libri per riempire il tempo a casa in modo gradevole e pensato (a cura di una docente esperta);
- Video con la lettura di semplici storie (scelte e valutate dalle docenti);
- Racconto di storie con Kamishibai;
- Contributi didattici creati dalle docenti e dalle studentesse tirocinanti con piccoli affondi o argomenti da scoprire;
- Ricette da preparare a casa facilmente (senza obbligo);
- Suggerire piccoli esperimenti e giochi;
- App con memory, puzzle, abbinamenti di immagini che richiamano Vimercate e le tematiche che stavamo esplorando prima della chiusura della scuola (create con learing Apps);
- Link utili per i genitori ed ufficiali (come ad esempio il link diretto al nostro sito di istituto)
Una collega mi chiede di potere dare una mano e da tre docenti diventiamo quattro, che caricano materiali, che si confrontano sul senso di ciascun elemento postato. Noto una collaborazione e una capacità di scelta che non sempre si esprime durante le riunioni di progettazione, che sono spesso impiegate per questioni poco pedagogiche e molto organizzative. Perché scegliamo un racconto e non un altro? Quanti documenti sul corona virus? Quali azioni per consentire di avere una risposta dai genitori? Come fare a capire se la piattaforma (che forse non si deve nemmeno chiamare piattaforma) viene utilizzata?
I docenti della primaria e della secondaria chiedono accesso alla nostra pagina continuamente. Forse vogliono vedere cosa si può provare a fare con i bambini dell’infanzia? Alcuni colleghi chiedono di potere usare i nostri contributi con i bambini delle classi prime e seconde. Nasce il desiderio di scambiare pratiche ma anche di consigliarsi sugli strumenti tecnologici messi a disposizione.
Le colleghe più restie, ammettono che, così come è pensato e proposto “lo spazio”, ha un suo senso e possibilità concrete, quindi iniziano a collaborare, inviando canzoni e racconti che stavano utilizzando in classe nella quotidianità. Credo che qualcosa di speciale stia succedendo. Forse la mia insistenza e cocciutaggine, forse il buon fine per il quale tutto il lavoro è stato creato e pensato.
10 marzo 2020
Oggi inseriamo nel gruppo di lavoro altre colleghe della seconda scuola dell’infanzia. Fino ad ora hanno osservato a distanza, mandando contributi e suggerimenti. E’ utile che si mettano in gioco concretamente, per capire cosa ci muove nell’accettare dei materiali e cosa invece ci fa decidere di non inserire. Diciamo che, più è ampio il gruppo di lavoro, e più è complessa la vigilanza sulla qualità dei contributi, ma l’obiettivo di creare condivisione e rete, vale la pena di correre il rischio. Arriva in piattaforma anche la nostra educatrice, che legge racconti e propone laboratori per tutti i bambini. Il suo sguardo è ai bambini che stava seguendo, ma allo stesso tempo sono proposte per tutti. L’insegnante di R.C. propone giochi di luce, che ha organizzato con i suoi piccoli a casa. Sembra che si stia instaurando un continuo movimento fra scuola e casa e casa verso la scuola.
Una cara conoscenza che lavora per la casa editrice Artebambini ci invia ogni giorno dei video in cui legge racconti, con e senza Kamishibai. Il maestro di Micro basket ha pensato di inviare un video con giochi ed allenamenti che i bambini possono fare da casa.
13 marzo 2020
Le studentesse che fanno tirocinio da noi, dopo avere ascoltato per un po’ di giorni le nostre conversazioni e riflessioni sul gruppo di whatsapp, si offrono di mettere mano alla pagina, di organizzarla, riordinarla e iniziare a creare dei giochi con le immagini delle tre scuole. La terza scuola dell’infanzia continua a latitare, ma resto in attesa di contributi, visto che si erano comunque dette interessate.
Link a: Diario di viaggio 1 – Valeria Vismara, Riflessioni su relazione con bambini e famiglie
Complimenti a questo lavoro di squadra!oggi più che mai il bisogno di bambini e genitori di essere coinvolti da insegnanti maestri e tutto il personale scolastico essere è a mio avviso molto importante
La quotidianità dei nostri figli è stata capovolta nel giro di pochi giorni
L esperienza e il gruppo,in qualsiasi modo si formi e collabori è educazione e scuola
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