In questi giorni di forzato isolamento, da insegnanti, la prima cosa che abbiamo cercato di fare è stata quella di colmare la distanza con i bambini, dimensione del tutto inusuale per noi che condividiamo quotidianamente relazioni, contatti, sguardi con loro.
Molte sono le domande che ci siamo posti mentre cercavamo di far fronte all’emergenza: è possibile accorciare la distanza e riuscire a ricreare uno spazio d’aula inclusivo, aperto al dialogo, collaborativo con gli alunni? Come si possono progettare proposte didattiche a distanza accessibili a tutti i bambini rispettando le specificità di ciascuno? Ma anche, quali sono le forme più efficaci per relazionarci con i bambini e i genitori in remoto? Come inviare le nostre richieste ai bambini per condividere piccole semplici attività senza appesantire le famiglie? Le nostre proposte possono essere accolte e supportate da tutte le famiglie? Quali difficoltà hanno incontrato i bambini e i genitori?
In questa sezione verranno riportate alcune esperienze didattiche che rappresentano una risposta possibile a queste domande. Cercheremo di presentarvi proposte che mettono a nudo i modi – diversi, personali e creativi – che i docenti reali, in classi reali, hanno individuato e sperimentato per cercare di fronteggiare al meglio l’emergenza e divenendo, insieme ai bambini, i protagonisti dell’azione didattica a distanza.
Le esperienze descritte in questa sezione avranno in comune alcuni punti fermi:
- L’attenzione del docente a ri-costruire quel senso di appartenenza al gruppo che nella prima fase di emergenza è venuto meno, connesso al bisogno di vedere i compagni e i docenti, di sentire la loro voce, di ristabilire un contatto e di sentirsi ancora membri di una comunità attiva e viva.
- L’interrogarsi sul senso che le attività proposte possono avere per bambini nelle loro case, con le loro famiglie così diverse, senza che i maestri siano in grado di contestualizzare, introdurre, porre in una cornice di significato quello che propongono.
- La scelta di non proporre solo attività e richieste di tipo esecutivo in cui i bambini devono applicare qualcosa già imparato; vorremo mostrare come anche a distanza è possibile fare proposte che attivino i bambini, facendo appello alla loro curiosità, diventando esploratori e sperimentatori senza bisogno di grandi strumentazioni e risorse.
- L’attenzione a NON progettare attività che possano essere svolte SOLO con l’aiuto delle famiglie, che in alcuni casi non hanno gli strumenti linguistici, culturali e di tempo per poter seguire i loro figli nelle attività quotidiane. In altre parole, attività inclusive.
- L’accompagnamento dei bambini nello svolgimento delle attività attraverso un feedback puntuale e formativo ad ogni bambino, ben diverso dalla semplice “correzione”, per rassicurarlo, per dare indicazioni utili a migliorare e ad apprendere e per aiutarlo a sentirsi meno solo di fronte al difficile compito di crescere in questo momento.
Più in generale, apparirà senz’altro chiara l’importanza di ricreare anche a distanza quella ritualità di gesti e pratiche svolti in classe. Si vedrà come bambini ed insegnanti, già abituati a proposte didattiche di tipo esperienziale e che promuovono un’effettiva autonomia degli studenti, siano riusciti in fretta a colmare la distanza dalla pratica d’aula. Infine, non ultima l’idea di collegialità, che auspichiamo orienti azioni non solo volte a eseguire compiti e procedure, ma in grado di concretizzare, anche in questa situazione, percorsi trasversali e una didattica per competenze, grazie alla forza del team che in un momento difficile, non fa sentire soli.
Se volete partecipare con le vostre testimonianze vi chiediamo di contattarci e di inviare una vostra pagina di “diario di viaggio”, uno stralcio di vita quotidiana come “insegnanti a distanza”, una riflessione che raccolga i vostri pensieri in merito all’esperienza di una scuola che si sta reinventando giorno dopo giorno.